La situazione emergenziale non accenna a migliorare a causa della persistente mancanza delle piogge. Le riserve idropotabili e quelle minime irrigue residue sono a rischio di esaurimento. In molti centri urbani si è reso necessario introdurre misure di turnazione nell'erogazione agli utenti dell'acqua disponibile, in taluni casi, ogni 15 giorni e che in diverse zone, in ragione delle inefficienze e/o disfunzioni della rete di distribuzione, l'erogazione può avvenire solo mediante autobotti. Alberi e coltivazioni si essiccheranno qualora non ci dovesse essere una tempestiva irrigazione di soccorso sia pur in modo esiguo con le limitate risorse disponibili. Da mesi ci sono forti disagi per la popolazione e gravi preoccupazioni e tensioni fra gli agricoltori con il conseguente rischio di ulteriori proteste, anche animate, e di occupazioni di sedi viarie". È sulla base di questi presupposti che per domattina il prefetto di Agrigento, Filippo Romano, ha convocato tutti i sindaci e le strutture competenti. Tutti verranno nuovamente, ulteriormente, sollecitati per trovare ulteriori risorse idriche, "ferma restando la competenza dei medesimi nella gestione della crisi e nel monitoraggio del territorio per segnalare e/o prevenire ulteriori emergenze che dovessero verificarsi" - scrive la massima autorità governativa-.
Il prefetto che ha istituito il centro di coordinamento soccorsi, ancora una volta, è intervenuto perché ci sono evidenti, concreti, rischi per l'ordine pubblico. La gestione dell'emergenza, attraverso il dipartimento di Protezione civile, è della Regione. E la Protezione civile è al lavoro con i servizi territoriali: corpo Forestale, dipartimento tecnico con gli uffici del Genio civile, dipartimento dell'Agricoltura e i Consorzi di bonifica, nonché le Asp, il dipartimento dell'Ambiente, l'Arpa. Verrà diramata una direttiva, firmata anche dal capo della Protezione civile regionale Salvatore Cocina, oltre che dal prefetto di Agrigento.