
Si sono tenute, nella mattinata odierna, nella gremita sala del Teatro Don Bosco di Pedara, le celebrazioni del “Giorno del Ricordo”, in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano – dalmata e delle vicende del confine orientale, organizzate dal Prefetto di Catania, dr.ssa Maria Carmela Librizzi, e dal Sindaco di Pedara, Arch. Alfio Cristaudo.
L’intensa mattinata si è aperta con la deposizione di una corona d’alloro – da parte del Prefetto e del Sindaco e alla presenza dei vertici delle Forze di polizia – nei pressi della Basilica di Santa Caterina ove è collocata una targa che ricorda l’accoglienza che Pedara diede, nel 1947, ad alcune famiglie istriane che patirono l’esilio e le persecuzioni.
Presso il Teatro Don Bosco, la cerimonia – condotta dal giornalista Fernando Massimo Adonia – si è aperta con l’esecuzione dell’inno nazionale da parte dell’Orchestra e del Coro dell’Istituto Comprensivo Statale “S. Casella” di Pedara diretti dai proff. Salvatore Farruggio e Antonino Pulvirenti e con i saluti istituzionali da parte del Sindaco, del Vicario Generale della Diocesi di Catania, del Dirigente dell’Ufficio Scolastico provinciale, del Direttore dell’Istituto Salesiano e dei dirigenti scolastici dell’Istituto Comprensivo “S. Casella” di Pedara e dell’I.P.S.S.A.T. “Rocco Chinnici” di Nicolosi.
Il Sindaco Cristaudo ha evidenziato l’importanza della memoria, sottolineando il valore dell’accoglienza grazie alla quale le famiglie di esuli istriani, giunti a Pedara nel 1947, hanno avuto un’opportunità di riscatto, diventando, nel ante della propria comunità.
efetto, nel rimarcare l’importanza di condividere con i territori dell’area metropolitana le principali festività e commemorazioni nazionali, ha ringraziato il Sindaco e l’intera comunità pedarese “esempio di accoglienza ed integrazione”,
“Bisogna dire grazie agli esuli – ha evidenziato il Prefetto – se la tragedia delle foibe e le vicende del confine orientale sono riemerse dopo un lungo periodo di oblio. La comunità di Pedara è stata un grande esempio di accoglienza ed integrazione per gli esuli istriani che vi si sono stabiliti”.
Intensa e straordinaria la testimonianza della sig.ra Maria Dusman, esule istriana che, in tenera età, fu costretta ad abbandonare Pola con la propria famiglia, giungendo a Pedara con la madre e i fratelli nel 1947 per essere accolta nella chiesa di Santa Caterina.
Con le proprie parole, a larghi tratti commoventi, la sig.ra Dusman ha ripercorso il viaggio che, attraverso l’Italia, la condusse prima a Napoli, poi a Catania e infine a Pedara dove stabilì la propria vita, integrandosi e costruendo una famiglia, esortando i giovani a crescere attraverso lo studio, perché “grazie alla conoscenza, si impara ad aver rispetto per sé e per gli altri e, soprattutto, si rimane liberi”.
Grazie anche alle riflessioni storiche del dr. Giuseppe Mazzaglia, la testimonianza della sig.ra Dusman è stata, idealmente, raccolta dagli studenti di Pedara che hanno animato il prosieguo della cerimonia con brani musicali – “Pensa” di Fabrizio Moro, e “Magazzino 18” di Simone Cristicchi – con le poesie “Il giorno del ricordo” di Ermanno Eandi e “Ossa spezzate” di Fabio Magris e con l’intensa drammatizzazione del testo “Mamma mia, questa è la foiba” di Guido Rumici.
Il Prefetto, in conclusione, ha ringraziato ancora i ragazzi perché “solo grazie al loro impegno può mantenersi viva la memoria da tramandarsi alle generazioni future”.