
Ricordare l’esodo delle popolazioni istriane e dalmate dalle loro terre e le vittime delle foibe con una panoramica
storica sulle complesse vicende delle regioni del confine orientale a partire dagli anni ’40. Questo il momento centrale delle celebrazioni del Giorno del Ricordo, svoltesi stamane a Pavia, in memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più
complessa vicenda del confine orientale.
Nell’Aula magna del Collegio di merito Ghislieri, il documentario RAI La questione Adriatica. Dalle Foibe all'Esodo,
con il commento di Paolo Mieli e del prof. Guido Rumici, ha proposto un’efficace ricostruzione storica delle complesse
vicende che hanno interessato il nostro confine orientale, prendendo le mosse da episodi del Risorgimento, della Grande Guerra e dalle cruente vicende che, a partire dagli anni ’40, hanno colpito i balcani.
Davanti a circa 150 studenti in rappresentanza degli istituti secondari pavesi, alle massime autorità, tra cui esponenti del Parlamento, il Sindaco di Pavia, il Presidente della Provincia, il Vicepresidente della Camera di Commercio di
Cremona, Mantova e Pavia, il Prorettore Vicario dell’Università degli Studi, i Rettori dei Collegi di Merito, i rappresentanti dell’Anpi e delle Associazioni combattentistiche e d’arma, il documentario si è soffermato sui momenti più
significativi che hanno segnato le sorti delle popolazioni istriane e giuliano dalmate, ripercorrendo la tragedia delle foibe e dell’esodo, senza ritorno, di oltre 300.000 connazionali dalle loro terre.
Il documentario, seguito con interesse dagli studenti, è stato preceduto da brevi saluti istituzionali del Prefetto,
Francesca De Carlini, del Sindaco, Michele Lissia, del Presidente della Provincia, Giovanni Palli e del rappresentante della Consulta Provinciale degli Studenti, Pietro Bernuzzi, che hanno posto l’accento sul percorso effettuato, negli
ultimi venti anni, di recupero della memoria storica, dialogo e riavvicinamento tra stati confinanti, ripercorrendone i più salienti ed alti momenti istituzionali.
Ricordare significa innanzitutto conoscere la storia e cercare di capire; non si può capire ciò che accadde dopo la fine della 2° Guerra Mondiale, con gli eccidi, le foibe e l’esodo delle popolazioni giuliano dalmate, senza conoscere ciò che è accaduto prima. Sono stati riconosciuti reciprocamente i torti commessi e compresi gli eventi storici, per giungere alla odierna memoria, riconosciuta, di quei tragici e drammatici anni, oggi base comune dell’amicizia e della pace tra i popoli e le nazioni che si affacciano sul confine orientale, così il Prefetto a margine del proprio intervento.