Si comunica che in data odierna, presso la sala consiliare della Provincia di Varese, è stato siglato, tra questa Prefettura, Enti, Uffici, Associazioni e Organizzazioni Sindacali, il Protocollo in oggetto, frutto del lavoro conseguente alle iniziative illustrate in occasione del Convegno tenutosi a Varese il 29 maggio 2023, dal titolo " Carcere e lavoro: Diritto, Rieducazione, Opportunità" e riproposte nella successiva tavola rotonda tenutasi a Ispra il 22 marzo 2024 sulla tematica.
Dagli interventi effettuati durante le suddette iniziative era emersa la necessità di predisporre un protocollo d'intesa volto a promuovere e sostenere la realizzazione di una rete sul territorio, necessaria ad elaborare progetti concreti orientati a favorire l'inserimento socio-lavorativo delle persone detenute, ex detenute ed in esecuzione penale esterna, anche tramite la promozione di percorsi formativi e opportunità di lavoro in diversi settori.
Il fine del protocollo sottoscritto oggi è quello di creare le migliori condizioni affinché siano trasmesse alle persone detenute, ex detenute e in esecuzione penale esterna, le competenze e le professionalità necessarie per garantire continuità lavorativa nel momento del ritorno in libertà, restituendo loro dignità e desiderio di rimettere in gioco la propria vita personale attraverso le opportunità offerte dal mondo imprenditoriale, il quale, grazie alla legge 22 giugno 2000, n. 193, "Norme per favorire l'attività lavorativa dei detenuti", cosiddetta "legge Smuraglia", può fruire delle seguenti agevolazioni : riduzione del 95% delle aliquote previste per l'assicurazione previdenziale e assistenziale e di un beneficio fiscale attualmente fino a 520,00 euro e/o di 300,00 euro al mese come credito d'imposta per ogni persona detenuta o in regime di semilibertà.
Il protocollo mira quindi a incentivare la dimensione lavorativa sia come alternativa concreta alla pena, a partire dalla fase della detenzione, sia come elemento di rieducazione, e fino alla fase post-detentiva, al fine di escludere il ricorso al crimine quale unico mezzo di sussistenza, attraverso la realizzazione di percorsi che favoriscano l'effettivo reinserimento socio-lavorativo al termine della pena.
I beneficiari sono individuati tra detenuti e soggetti in esecuzione penale esterna a cui la normativa vigente consente di esercitare un'attività lavorativa. Le situazioni personali sono vagliate dalle figure professionali preposte, con riferimento alle potenzialità, alle caratteristiche e alle competenze che meglio si adattano agli interventi per l'inserimento socio-lavorativo previsti dall'accordo in argomento, anche garantendo pari opportunità tra uomini e donne.
Ciascun firmatario si è assunto, attraverso il protocollo, compiti specifici, integrando quelli degli altri attori coinvolti.
In generale le parti si sono impegnate a collaborare in varie iniziative e a sperimentare nuove azioni congiunte, nell'ambito delle proprie prerogative.
IL CAPO DI GABINETTO
Corvatta