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Ultimo aggiornamento
Mercoledì 18 Settembre 2024, ore 16:00

Il messaggio del ministro Piantedosi in occasione del convegno Anfaci a Torino

In occasione del convegno  “Il prefetto: da organo della sicurezza ad attore di sviluppo e coesione sociale" che si conclude oggi a Torino, organizzato in collaborazione con la prefettura dall'Associazione nazionale funzionari dell'amministrazione civile dell'Interno (Anfaci), che si occupa, attraverso dibattiti e altre iniziative, di promuovere istanze e valori ispiratori della funzione prefettizia, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha inviato al segretario generale dell’associazione, prefetto Laura Lega, un messaggio rivolto a tutti i partecipanti ai lavori:

«Il tema dell’incontro di oggi mi offre l’occasione per condividere con voi alcune riflessioni.

Lo stesso titolo del Convegno “Il Prefetto: da organo della sicurezza ad attore di sviluppo e coesione sociale” suggerisce l’immagine di un percorso evolutivo, idealmente sintetizzato nel punto di partenza (“organo di sicurezza”) e in quello di arrivo (“attore di sviluppo e coesione”).

Il complesso momento storico che stiamo vivendo – segnato dalla pandemia e da un’inattesa crisi bellica nel cuore dell’Europa – ha posto la carriera prefettizia dinanzi a nuove e inedite sfide. Oggi siamo all’ultima tappa di un processo di cambiamento, ormai trentennale, che a partire dagli anni Novanta ha progressivamente ridefinito il profilo e il ruolo del Prefetto, accompagnando le molteplici trasformazioni dell’assetto istituzionale e sociale del Paese.

Il titolo del convegno definisce il Prefetto come “attore”. Attore è chi agisce, chi prende un’iniziativa, chi non si sottrae neanche in un momento di crisi, anzi la governa. Crisi, nel suo significato originale, vuol dire discernimento e, quindi, scelta. Crisi è riflessione e, dunque, determinazione davanti a un bivio.

Ogni scenario emergenziale, ogni tornante sociale costituisce una “crisi” per il Prefetto, figura istituzionale chiamata per definizione ad affrontare e gestire ogni situazione, anche eccezionale. Ciò in quanto il Prefetto e le Prefetture sono i principali attori della coesione sociale e territoriale, ma anche delle politiche pubbliche: solo un agire al contempo creativo e responsabile può fungere da leva per lo sviluppo generale, economico e democratico del Paese, ma anche per la promozione delle libertà e dei diritti dei cittadini.

In questo continuo e sapiente percorso di riposizionamento strategico, il Prefetto è passato dal costituire il volto austero dello Stato a rappresentare il punto di riferimento delle istanze dei cittadini; da organo di controllo e vigilanza sulle realtà locali a privilegiato interlocutore e interfaccia del sistema delle autonomie; da strumento del governo centrale a protagonista delle politiche pubbliche dei territori.

In un sistema amministrativo plurale, in cui le decisioni pubbliche funzionali al governo del territorio sono affidate a più soggetti, non si può prescindere dalla capacità, da un lato, di assicurare l’effettività delle stesse e la verifica del loro impatto sul contesto territoriale; dall’altro, dalla necessità che i diritti fondamentali e la legalità siano sempre garantiti.

E ciò anche perché – e con questo ritorno al Prefetto “organo di sicurezza” – oggi la sicurezza altro non è che quella condizione che consente agli individui di vivere tranquillamente nella comunità, di manifestare la propria individualità e di soddisfare i propri interessi, grazie all’uguaglianza nell’accesso alle prestazioni sociali essenziali, all’integrazione sociale e alla libera iniziativa economica.

Stiamo parlando, in buona sostanza, dell’ordine pubblico inteso quale “complesso dei beni giuridici fondamentali e degli interessi pubblici primari sui quali si regge l’ordinata e civile convivenza nella comunità nazionale […]”. Un ordine pubblico fortemente ancorato ai valori della nostra Carta costituzionale e, pertanto, per definizione sottratto a qualsiasi interpretazione equivoca o strumentale.

Ogni democrazia è chiamata a garantire e promuovere i diritti e le libertà fondamentali di ciascuno attraverso il mantenimento di una cornice di sicurezza e di legalità, di cui voi Prefetti siete i principali attori. Questa consapevolezza, consentitemelo, è da sempre nella cultura istituzionale e professionale della nostra Amministrazione e la storia di questo lungo percorso è lì a testimoniarla».

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