Una delle espressioni più ricche, addirittura emblematica del barocco leccese, è la chiesa di S. Croce e l'annesso ex monastero dei Celestini. Il grande complesso edilizio, testimone di tanta parte della storia religiosa, civile e architettonica di Lecce e del Salento, mantiene intatto il suo antico splendore. Pulsa ancora oggi di vita, di attività, di umanità. Quella che fu la fastosa residenza dei Celestini, beniamini della famiglia reale angioina, è sede della Prefettura e della Provincia di Lecce. Due istituzioni della società di oggi, luogo di riferimento per tanti cittadini, punto di approdo di tante istanze, spesso di proteste, una componente importante del corpo politico, amministrativo, istituzionale della odierna società salentina.
Il  Palazzo dei Celestini è parte di quel particolare patrimonio edilizio pugliese che, attraverso mille vicende, piccole e grandi, liete e tristi, è giunto a noi conservando intatti gli attributi architettonici e decorativi che ne accentuarono la centralità nel periodo di maggiore splendore.
Le origini del Palazzo sono incerte. il riferimento più credibile può farsi risalire al 1154 quando i Padri Celestini diedero inizio alla costruzione della loro nuova chiesa, quella di S. Croce e all' annesso monastero. Ne affidarono la costruzione all'architetto leccese Gabriele Riccardi, dando inizio a quella che passerà alla storia del Salento come la basilica più celebre di Lecce, il monumento più rappresentativo dell'arte barocca.
Attualmente il Palazzo dei Celestini ospita, nell'ala che prospetta su via Umberto, gli uffici della Provincia, in quella che si affaccia su viale 25 Luglio, di fronte alla villa comunale, la Prefettura. La lunga serie di restauri e ristrutturazioni, hanno inciso profondamente sulle connotazioni originarie di tutto il com plesso, soprattutto per quanto riguarda la distribuzione degli ambienti. Il tempo però ci ha trasmesso nella sua forma integrale la facciata e il chiostro, che riassumono in maniera abbastanza soddisfacente l'immagine architettonica che i suoi fondatori diedero al grande ed antico monastero.
Nel chiostro, in fondo al cortile, di fronte al portale d'accesso, c'è la grande scala d'onore che conduce ai locali di rappresentanza della Prefettura  e all'alloggio del Prefetto.
E' la parte dell'edificio che ha conservato in gran parte, soprattutto nelle decorazioni e nell'arredamento, le caratteristiche ottocentesche del palazzo (l'ala che ospita la Provincia è stata abbondantemente rimaneggiata). Locali ampi e fastosi, in linea con la dignità dell'istituzione che ospita dagli inizi del se colo (le Prefetture, sotto l'aspetto istituzionale sono la continuità delle Intendenze abolite dopo l'Unità d'Italia).
Tra le sale di maggiore interesse e suggestione il Gabinetto del Prefetto, con preziosi mobili d'epoca, il grande fastoso lampadario e, soprattutto gli affreschi del soffitto: in quattro grandi lunette sono rappresentate le allegorie delle province di Terra di Bari, di Taranto, di Lecce e di Brindisi. C'è poi la sala degli stemmi che introduce ad una serie di ampi saloni riccamente decorati: tappezzerie, stucchi, marmi, lampadari, danno un tono di eleganza ora sobria, ora sfarzosa. Il grande salone delle feste ha eleganti e preziose specchiere, lampadari di cristallo, mobili della prima metà dell'Ottocento. Qui si svolsero fastosi ricevimenti in occasione della visita di Ferdinando IV alla fine del Settecento, di Gioacchino Murat nel 1813, di re Ferdinando II nell'aprile del 1833 e del gennaio 1859 (in quella occasione, nel chiostro, fu attuato il primo esperimento di illuminazione elettrica). Qui si svolsero le prime importanti cerimonie per la celebrazione dell'Unità d'Italia. E poi i fasti del ventennio fascista, le drammatiche giornate del dopoguerra, la nascita della Repubblica: il 2 giugno si celebra la Festa della Repubblica
Tutta l'ala di rappresentanza è stata restaurata verso la fine degli anni Ottanta nel rigoroso rispetto delle connotazioni che agli ambienti era stata data agli inizi dell'Ottocento.
In queste sale s'è svolta gran parte della vita politico-amministrativa leccese nell'arco di un paio di secoli. Lecce ha il grande merito di aver saputo conservare gelosamente questo importante pezzo del suo patrimonio storico e architettonico. Oggi il Palazzo dei Celestini è la testimonianza più autorevole della cultura barocca; è tra i più belli ornamenti di Lecce".