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Ultimo aggiornamento
Giovedì 12 Settembre 2024, ore 12:16
Area industriale dismessa nell’alto mantovano

Nella giornata di giovedì 2 maggio è stata organizzata, secondo il modulo integrato dell’action-day, un’ulteriore iniziativa di controllo nell’alto mantovano, mirata al contrasto degli illeciti in materia ambientale e programmata nell’ambito della Cabina di Regia istituita presso la Prefettura di Mantova 

 

Anche in questa circostanza, la realizzazione del dispositivo interforze, attuando una specifica direttiva del Prefetto di Mantova dott. Gerlando Iorio, è stata preceduta da un’accurata attività preparatoria di osservazione e sorveglianza sulle aree oggetto di controllo, condotta anche mediante l’utilizzo dei droni in dotazione al Comando di Polizia Locale dell’“Unione Colli Mantovani”.

 

Alle attività hanno preso parte complessivamente 16 operatori, in un gruppo costituito con il concorso del Comando Provinciale dell’Arma dei Carabinieri, del Gruppo Carabinieri Forestali di Mantova, del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, del Reparto Operativo Aeronavale – R.O.A.N. di Como della Guardia di Finanza, del Comando di Polizia Locale dell’“Unione Colli Mantovani”, del Comando di Polizia Provinciale e di ARPA Mantova. Il punto di coordinamento territoriale è stato istituito presso il Comando Stazione Carabinieri di Marmirolo. Nel corso delle operazioni, il Comando di Polizia Locale dell’“Unione Colli Mantovani” ha messo a disposizione il supporto tecnologico dei propri droni, per accompagnare le verifiche del personale impegnato sul posto.

 

L’azione di controllo ha riguardato il sito facente parte di un complesso industriale dell’alto mantovano non più operativo dalla fine degli anni ‘90 che si estende su una superficie di oltre 60 mila mq, caratterizzato da oltre 40 mila mq di aree scoperte su cui sono presenti rifiuti di varia provenienza, illecitamente conferiti, per un volume complessivo di circa 40 mc. 

 

Per quanto concerne gli aspetti di tutela ambientale, l’accesso è stato orientato alla verifica - da parte del Gruppo Carabinieri Forestali, della Polizia Provinciale e dei tecnici ARPA - delle tipologie di rifiuti accumulati, che hanno di fatto trasformato gli spazi aperti del sito in una discarica abusiva. Per le tipologie di materiali, essi sono riconducibili, principalmente, a rifiuti urbani comuni ed a rifiuti speciali derivanti da lavorazioni artigianali, quali esercizi commerciali, bar, officine meccaniche e carrozzerie in taluni casi classificabili come pericolosi a causa della presenza di olii esausti ed altre sostanze potenzialmente tossiche, a contatto con elementi altamente infiammabili come carta, materassi e filtri di motori. 

 

Poiché per una parte di tali materiali erano già state adottate dall’Amministrazione Comunale competente le ordinanze di rimozione e ripristino dell’originario stato dei luoghi, gli operatori intervenuti daranno corso, a carico di almeno 3 soggetti già individuati quali responsabili, alle denunce all’Autorità Giudiziaria sia per mancata ottemperanza alle prescrizioni impartite, che per altre violazioni correlate al perdurare dell’atteggiamento omissivo dei medesimi.

 

Nel corso delle verifiche, inoltre, sono state rinvenute 5 persone di nazionalità straniera che dimoravano senza titolo, in condizioni di palese precarietà, all’interno di uno degli edifici del plesso industriale, 2 delle quali muniti di regolare permesso di soggiorno e le altre 3 con lo status di richiedenti protezione internazionale. A carico degli occupanti, ai quali è stato intimato di lasciare nell’immediato la struttura, sono stati avviati i necessari approfondimenti: nello specifico, gli operatori della Guardia di Finanza ricostruiranno la rete di relazioni di queste persone per accertare eventuali impieghi irregolari di manodopera e contestare eventuali violazioni ai relativi datori di lavoro, sempre dando informativa all’Autorità Giudiziaria in merito ai profili di rilevanza penale che dovessero emergere nel corso degli accertamenti.

 

Per quanto concerne l’aspetto urbanistico, sul posto è stata autorizzata anche la presenza dei tecnici comunali per un approfondimento sulla sicurezza statica degli edifici presenti nel sito, nonché per ripristinare, già nell’immediato, le recinzioni esterne e le opere in muratura atte ad impedire ulteriori intromissioni nell’area, a tutela della pubblica incolumità. Saranno, altresì, oggetto di analisi gli aspetti di sicurezza relativi alla copertura degli edifici, per le successive iniziative di messa in sicurezza, poiché costituita da materiali pericolosi, quali cemento ed amianto.

 

Tutti gli accertamenti esperiti dal gruppo interforze nel corso dell’attività condotta saranno orientati a fornire all’Autorità Giudiziaria elementi per valutare i profili di responsabilità dei soggetti tenuti alla custodia del sito, per non aver impedito l’accumulo di rifiuti e gli accessi abusivi di persone. I provvedimenti di ripristino e bonifica dei luoghi, che saranno emessi dall’amministrazione comunale in esito ai controlli, se non adempiuti dai medesimi soggetti, saranno eseguiti in danno degli stessi, con aggravio delle spese di esecuzione e delle ulteriori contestazioni di natura penale.

 

Il Prefetto ha tenuto al termine delle operazioni un de-briefing con tutti gli operatori coinvolti, esprimendo soddisfazione per gli esiti dell’attività svolta. Il Prefetto ha reso noto che il modulo operativo attuato con successo nell’alto mantovano sarà esteso ad altre aree del territorio mantovano sulla base dei riscontri acquisiti dalle verifiche avviate: in ogni caso l’azione sarà preparata e supportata avvalendosi degli strumenti tecnologici a disposizioni delle polizie locali, come i droni, efficacemente impiegati nelle iniziative di vigilanza ambientale sino a questo momento concluse.

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