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Ultimo aggiornamento
Venerdì 19 Luglio 2024, ore 10:01

Si è tenuta ieri pomeriggio nel palazzo del governo la riunione, convocata dal prefetto Maria Rita Cocciufa, per monitorare l’andamento della peste suina africana e le iniziative adottate per arginare tale fenomeno, che ad oggi in Emilia Romagna è stato riscontrato esclusivamente nelle province di Parma e Piacenza.

Hanno preso parte all’incontro il commissario straordinario alla peste suina africana Vincenzo Caputo, l’assessore regionale Alessio Mammi e il presidente della provincia Giorgio Zanni. Hanno inoltre partecipato i rappresentanti dei carabinieri forestali, della polizia provinciale, del servizio sanità pubblica veterinaria della AUSL, dell’ordine dei medici veterinari, delle guardie giurate ecologiche volontarie, di Legambiente, nonché i referenti provinciali di Coldiretti, Confagricoltura e Confederazione italiana agricoltori.

«La peste suina – ha detto il prefetto – pur non rappresentando un pericolo per l’uomo, costituisce un serio rischio per la salute animale della popolazione interessata e, quindi, per la redditività del settore zootecnico suinicolo, particolarmente rilevante per il tessuto socio-economico di questo territorio. È per questo necessaria un’azione sinergica da parte di tutti gli attori, a partire dalla regione, che sta dedicando rilevanti risorse a questa problematica, fino agli allevatori e alle associazioni di categoria, per dare attuazione alle indicazioni del commissario straordinario e contribuire a mantenere quella di Reggio Emilia una provincia indenne da questo fenomeno».

«A tale proposito – ha evidenziato il commissario straordinario illustrando la strategia nazionale – occorre innanzitutto intensificare il prelievo dei cinghiali, che sono un veicolo di contagio del virus, in particolare con l’attività di cattura attraverso le trappole più moderne, che stanno ottenendo risultati eccezionali. Per questo verranno impiegati anche nella provincia di Reggio Emilia droni per individuare meglio le zone di maggior presenza dei cinghiali e limitare il diffondersi della malattia. L’obiettivo, difatti, è di arrivare alla conoscenza numerica dei cinghiali presenti nel territorio per meglio orientare le attività di intervento».

L’assessore regionale Mammi ha poi messo in luce gli importanti sforzi, anche economici, profusi dalla regione su questa tematica e, nello specifico, sulle attività per ridurre la presenza dei cinghiali e per innalzare i livelli di biosicurezza negli allevamenti. Nella medesima direzione, peraltro, opera a livello locale il gruppo operativo territoriale (cd. GOT), guidato dal direttore del servizio di sanità pubblica veterinaria della AUSL, che coordina a livello operativo le attività svolte da ciascuno stakeholder.

Ferme restando le competenze del GOT e le funzioni di indirizzo esercitate a livello centrale dal commissario straordinario, a settembre, anche a seguito della costituzione di una formale “cabina di regia”, si terrà in prefettura una riunione per coordinare le azioni previste dal piano straordinario di catture, abbattimento e smaltimento dei cinghiali e per mettere a sistema le attività del GOT con quelle intraprese dagli altri livelli di governo.

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