Nella mattinata odierna, presieduta dal Prefetto di Trieste Pietro Signoriello, si è svolta la Conferenza regionale delle Autorità di pubblica sicurezza.
La Conferenza viene periodicamente convocata in forza di delega del Ministro dell’Interno ai Prefetti dei capoluoghi di regione per le iniziative volte a prevenire e contrastare i fenomeni criminosi con diffusione ultraprovinciale, allo scopo di assicurare una migliore funzionalità dei servizi di ordine e sicurezza pubblica a livello regionale.
I prefetti dei capoluoghi di regione sono pertanto delegati a coordinare le attività delle Autorità provinciali di pubblica sicurezza per assicurarne l’unità di indirizzo.
Alla Conferenza odierna hanno partecipato i Prefetti di Udine, Domenico Lione, di Gorizia , Raffaele Ricciardi e di Pordenone Natalino Manno ed i Questori delle province della regione, il Comandante della Legione Carabinieri ed il Comandante Regionale della Guardia di Finanza, i Comandanti provinciali dell’Arma dei Carabinieri di Trieste, Udine, Gorizia e Pordenone e il Direttore della Sede Operativa di Trieste della D.I.A.
Ha aderito all’invito del Prefetto di Trieste, il Procuratore Distrettuale Antimafia di Trieste Antonio De Nicolo
Ai lavori ha partecipato, in rappresentanza del Presidente del Friuli Venezia Giulia, l’Assessore regionale alle autonomie locali, funzione pubblica, sicurezza e immigrazione Pierpaolo Roberti.
Nel corso della riunione sono state affrontante le principali tematiche concernenti l’ordine e la sicurezza pubblica aventi diffusione nel Friuli Venezia Giulia., approfondendone i relativi aspetti per singola provincia con una disamina di carattere generale sull’andamento dei fenomeni criminosi sul territorio regionale
Un focus particolare è stato dedicato all’esame del tema legato a possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto sociale ed economico del Friuli Venezia Giulia. L’analisi ha permesso di confermare che al momento non vi sono evidenze sul territorio di organizzazioni criminali strutturate di stampo mafioso o la presenza di gruppi che tentano di imporsi con le forme intimidatorie proprie di soggetti che intendono mostrarsi legati da vincoli associativi criminali.
L’attenzione resta alta per cogliere i segnali e prevenire i tentativi di penetrazione nelle attività imprenditoriali in una regione come il Friuli Venezia Giulia, a vocazione commerciale ed industriale e turistica, che attrae investimenti pubblici e che, anche per la presenza delle realtà portuali di Trieste, Monfalcone e San Giorgio di Nogaro, può apparire area di interesse per l’espansione degli affari illeciti delle organizzazioni “mafiose”.
Le Prefetture, per tali motivi e per la particolare attenzione che viene riservata agli appalti e alle opere di lavori pubblici finanziate con i fondi del PNRR, hanno implementato, anche in applicazione di specifiche direttive ministeriali, l’azione di monitoraggio a scopo preventivo di quelle attività sensibili che spesso si ricollegano alla commissione dei c.d. reati “spia quali ad esempio l’attività illecita di smaltimento rifiuti, l’imposizione di manodopera o il riciclaggio.
Nel contesto dei lavori si è deciso di dar corso ad un coordinamento regionale dei quattro Gruppi interforze antimafia (GIA) delle Prefetture della regione al fine di rendere omogeneo il monitoraggio della predetta fenomenologia criminale e per la condivisione del patrimonio informativo.