Nel corso della mattinata odierna è stato sottoscritto presso la Prefettura di Trieste il "Protocollo di intesa in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro in ambito portuale" che costituisce a pieno titolo un'ulteriore pietra miliare dello sviluppo della sicurezza in un contesto lavorativo di così peculiare delicatezza, senz'altro destinato a divenire punto di riferimento anche per altre realtà portuali nazionali.
Il Protocollo integra e sostituisce il precedente Protocollo vigente ed è frutto di un percorso condiviso volto ad implementare le iniziative già in essere in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro presso lo scalo marittimo giuliano.
Il testo costituisce anche un'importante risposta alle legittime richieste formulate dai lavoratori e dai loro rappresentanti all'indomani dell'incidente occorso in ambito portuale il 9 febbraio scorso, quando un operaio cinquantottenne è morto dopo essere caduto in mare col suo carrello elevatore dal Molo VII.
Il lavoro istruttorio che ha portato alla definizione del nuovo testo ha visto coinvolti il Coordinamento degli Organi Ispettivi (C.O.I.), costituito da tutti gli Enti preposti alle attività ispettive e di vigilanza presso il porto di Trieste, alle cui riunioni sono stati invitati a partecipare anche i rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali di categoria nonché i Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza di sito (R.L.S.S.), e, per la prima volta, anche i rappresentanti dei terminalisti che hanno fornito un importante e concreto contributo alla sua stesura.
I nuovi articoli introdotti nel testo del Protocollo vigente sono finalizzati ad una maggiore valorizzazione delle figure dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza di Sito, delle certificazioni dei sistemi di gestione della sicurezza sui luoghi di lavoro rilasciate da Enti riconosciuti con adesione ai programmi di Workplace Health Promotion e delle iniziative di implementazione dell'utilizzo di nuove tecnologie in materia di sicurezza dei lavoratori. Una norma specifica del Protocollo prevede infatti che le imprese ottengano il rinnovo o una nuova autorizzazione allo svolgimento di operazioni e servizi portuali presso il Porto di Trieste presentando, tra gli altri documenti allegati all'istanza, un Piano degli Investimenti. All'interno di tale Piano, tra l'altro, andranno dettagliati i programmi di investimento annuale nell'innovazione per il miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, ammettendo su tale ambito, la sperimentazione e implementazione di nuove e innovative dotazioni meccaniche, informatiche, tecnologiche, strumentali per migliorare le misure di prevenzione e protezione collettiva o individuale sui luoghi di lavoro e ridurre i rischi interferenziali in ambito portuale. A tale proposito il Protocollo riporta a titolo esemplificativo e non esaustivo alcune delle fattispecie di intervento su cui le imprese di Operazioni e Servizi portuali dovranno dimostrare di investire ogni anno:
- sistemi anticollisione tra veicoli, tra veicoli e ostacoli fissi, tra veicoli e persone;
- strumenti di controllo o gestione accessi alle diverse aree operative dei terminal;
- strumentazioni di compartimentazione per la regolazione delle condotte di guida o di manovra dei mezzi, portali di tracciabilità dei processi logistici, dispositivi di rintracciabilità e di regolazione del controllo dei flussi di mezzi e persone tra loro interferenti;
- dispositivi di galleggiamento o anticaduta in mare;
- esoscheletri, dispositivi ergonomici, accessori o attrezzature per la riduzione del sovraccarico bio-meccanico sui luoghi di lavoro;
- dispositivi di tracciabilità per il lavoro in solitaria;
- dispositivi di segnalazione automatica di guasti, malfunzionamenti e scadenza dei termini di manutenzione periodica;
- dispositivi di rilevazione automatica di screening dell'alcolemia di cui dotare i mezzi operativi,
Il nuovo Protocollo prevede poi attività di formazione con programmi comuni e condivisi per tutte le aziende operanti nel sito e requisiti minimi di formazione per gli addetti alla conduzione di mezzi operativi in ambito portuale. Sono introdotti inoltre percorsi incentivanti di premialità finanziaria per le imprese (sotto forma di riduzione del tasso medio di premio I.N.A.I.L.) per gli interventi effettuati dalle stesse per il miglioramento delle condizioni di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro in relazione alla tematica dei "mancati infortuni". Inoltre si configura tutta l'area portuale quale luogo di lavoro, compresi gli spazi comuni, alcool free , ove non sarà possibile né l'introduzione, né la somministrazione o comunque il consumo di sostanze alcoliche oltre che di quelle stupefacenti.
Da ultimo, il Protocollo recepisce un'ulteriore integrazione, già frutto di pregressi accordi non ancora formalizzati, che prevede l'ampliamento delle aree di competenza dei RLSS di sito Portuale e la valorizzazione dei i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriale (RLST) del comparto edile per le attività presso i cantieri edili in ambito portuale.
L'innovatività di molti degli strumenti previsti dal Protocollo che oggi entra in vigore con la sottoscrizione, ha indotto il Prefetto ed il Presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale a prospettare un rapido avvio di un tavolo di monitoraggio con l'insediamento in breve tempo di un gruppo di lavoro preposto a valutare entro l'anno alcune limature o integrazioni al testo che si rendessero necessarie e la possibile adesione di ulteriori players al Protocollo che deve considerarsi aperto a successive sottoscrizioni in funzione di preposizioni e previsioni ulteriori che via via si ritenesse di adottare.