Palazzo della Prefettura

già palazzo Morano

sec. XVI

rifacimenti sec. XX


 

« La piazza appare sempre più come centro di aggregazione unica. Dalla via Mesa, che l'attraversa, alla via dei coppolari che vi confluisce, dai rioni a nord-ovest, dalle vie dei barbieri e degli orefici, che vi risalgono dalla porta di mare e dal Piano di san Rocco, dalla via degli scarpari, che la congiunge alla cattedrale, a quelle dei focilieri, dei polverari, dei trombadori, che l'annodano ai rioni nord orientali, appare decisamene come centro pulsante d'una vita eccezionale per una cittadina del Sud. Il largo San Francesco ha nuovo assetto alla fine del Cinquecento. Nel 1594, nel palazzo Morano di fronte al convento francescano, s'insedia la regia udienza, spostata da Reggio, per motivi di sicurezza ». Queste considerazioni di Emilia Zinzi, di carattere urbanistico, fanno comprendere come non fu un caso la scelta di palazzo Morano quale sede della Regia Udienza ancor più se si pensa alle notevoli dimensioni dello stesso nel panorama architettonico della città del XVI secolo. Il palazzo, infatti, come si evince dall'atto notarile di vendita del 6 aprile 1596 del notaio Giuseppe Orlando, fu acquistato dalla Università di Catanzaro per tremila ducati dalle sorelle Concetta, Giovanna, Candida ed Eleonora Morano eredi di Giovan Battista, barone di Gagliato, e, a quel tempo, presentava le seguenti caratteristiche: lunghezza palmi 130, altezza palmi 67, fondazioni palmi quattro e due saloni di palmi 25 per 30 ciascuno. L'edificio era sito nel "ristretto" parrocchiale di S. Maria de Plateis, chiesetta posta a poca distanza, di rimpetto all'allora chiesa dei Padri Conventuali di S. Francesco d'Assisi, attuale Basilica dell'Immacolata, e confinante con i palazzi Famareda, Mirabelli e Larussa; quest'ultimo acquistato agli inizi del ‘900 dall'Amministrazione Provinciale fu abbattuto e sul suolo di risulta fu costruito, come attualmente si vede, l'ex palazzo della Provincia. Il palazzo Mirabelli, che era ubicato tra la corte del palazzo della Regia Udienza e la chiesa di S. Maria de Plateis, al contrario, fu venduto da Antonio Mirabelli, suo proprietario, nel 1760 per permettere un primo allargamento della sede della Regia Udienza, al quale seguì, come se ne deduce da un atto del notaio Domenico Larussa del 7 marzo 1772, l'acquisto di altre case di proprietà del fu Salvatore Mirabelli che erano adiacenti al palazzo presidiale dalla parte di ovest e con le quali si poterono creare la "Camera" e la "Ruota" con locali sottostanti. Nel 1783, a causa del violento terremoto, il palazzo subì alcuni danni e fu così che si decise di ingrandirlo ulteriormente costruendo, come riporta Cesare Sinopoli nel 1905, « nel lato nord, verso il largo del Gesù, un appartamento "allegnamato". Per costruire questo nuovo quarto furono demolite alcune case di proprietà di un tal Biagio Melia, ivi situate, del valore di ducati 388 e gr. 16, ed altre casupole di pertinenza della parrocchia di S. Maria della Piazza e del Convento dei PP. Di S. Agostino, in cambio delle quali la Cassa Sacra diede altre case, come rilevasi dall'istrumento rogato da notar Luigi Larussa a 10 gennaio 1791. La legge organica di Ferdinando I di Borbone degli 8 dicembre 1816 riportò in Catanzaro la sede dell'Intendenza e dei Tribunali; questi occuparono il convento di S. Domenico, l'Intendenza ritornò nel palazzo già presidiale. Il quale per essere angusto ai cresciuti bisogni dei nuovi uffici amministrativi, fu ingrandito, unendovi il palazzo Famareda ». Il palazzo restò tale fino agli '30 del ‘900 quando, dopo essere stato costruito l'attiguo palazzo della Provincia, fu alzato di un piano e la facciata prospiciente il Corso completamente ristrutturata secondo lo stile del suddetto edificio. La ditta che si occupò dei lavori fu quella del Cav. Davide Rossi che in precedenza, su progetto dell'ing. Giuseppe Parisi, si era occupato della ristrutturazione della facciata della Basilica dell'Immacolata e successivamente del nuovo palazzo dell'Amministrazione Provinciale. Il semplice prospetto del vecchio palazzo della Prefettura caratterizzava la piazza antistante la Basilica e il vecchio Teatro Comunale con i suoi due piani, piano terra e piano nobile, distinti da un fascia marcapiano su cui trovava collocazione la teoria di balconi, sormontati da cornici orizzontali modanate rette da volute e chiusi da ringhiere in ferro battuto, ed enfatizzato, al centro, dal classicheggiante portale incassato all'interno di un avancorpo bugnato su cui si impostava la balconata centrale. Con i lavori di ristrutturazione tutto è stato completamente trasformato e sia il prospetto centrale, sia quello laterale prospiciente il Corso dal lato sud, fu adeguato al gusto dell'epoca in cui si risente la predominante corrente liberty ed eclettica e l'ispirazione a modelli neorinascimentali e neobarocchi esplicitati nell'uso di mensole ad inginocchiata, modiglioni, mensole zoomorfe, cartigli, timpani spezzati, colonne, balaustrate, che accentuano ancora di più il pensiero del tempo di distaccare nettamente, senza continuità, il concetto di struttura e di decorazione.

Testi Arch. Oreste Sergi

Tratto dal sito del Comune di Catanzaro
http://www.comunecatanzaro.it/?q=node/1180

Ultimo aggiornamento
Lunedì 5 Agosto 2024, ore 11:35