Condivisione dei dati, definizione di un database, che possa comprendere non solo i numeri degli infortuni sul lavoro, ma anche le cause, in un’ottica di prevenzione, collaborazione tra Istituzioni, Forze di polizia, parte datoriale e sindacati per lo sviluppo di processi formativi e informativi.
Sono gli argomenti di maggior rilievo affrontati nel corso della riunione dell’Osservatorio provinciale Sicurezza sul Lavoro, istituito presso la Prefettura di Venezia e di cui fanno parte il Prefetto, che lo presiede, Questura, Comando Provinciale dei Carabinieri, Comando Provinciale della Guardia di Finanza, Comando provinciale dei dei Vigili del Fuoco, Città Metropolitana di Venezia, Ispettorato d’Area Metropolitana Venezia, INAIL, INPS, Aulss 3 “Serenissima”, Aulss 4 “Veneto Orientale”, Camera di Commercio, Confindustria, Apindustria, Centro Edili, Confcommercio, Confartigianato, Confesercenti, ANCE Veneto, CNA, Coldiretti, Confapi, Casartigiani, CIA, CGIL, CISL, UIL, UGL, Ufficio Scolastico Territoriale di Venezia.
Nel corso dell’incontro, oltre all’esame dei dati relativi agli infortuni sul lavoro, al lavoro sommerso e al contrasto al caporalato, che fanno registrare una flessione rispetto allo scorso anno, è stata posta l’attenzione sulle iniziative da porre in essere per aumentare la cultura della sicurezza e prevenire gli incidenti. Un obiettivo comune di tutti i presenti, che hanno rimarcato l’importanza della condivisione non solo dei dati, ma anche dei progetti volti ad accrescere, presso le imprese e gli stessi lavoratori, la consapevolezza verso comportamenti che possano ridurre i rischi.
Proprio nell’ottica di prevenzione, è stata sottolineata l’opportunità di integrare i dati sugli infortuni messi a disposizione con una analisi degli stessi, con particolare riguardo alle cause, che possono costituire un importante bagaglio di conoscenza di fattori di rischio non considerati o non adeguatamente valutati.
L’Osservatorio si è concentrato, inoltre, sugli aspetti legati ai processi formativi, evidenziando la necessità di un maggiore coinvolgimento dei lavoratori stranieri, anche con specifici progetti, che possano superare il gap legato alla mancata conoscenza della lingua.
Nell’ottica della prevenzione e dell’emersione di situazioni irregolari, si è fatto riferimento all’entrata in vigore, dal 1° ottobre scorso, della cosiddetta patente a crediti per le imprese, prevista dall’articolo 27 del Testo Unico sulla Sicurezza, come modificato dall’articolo 29, comma 19 del D.L. 19/2024. Uno strumento – è stato sottolineato – che, pur con le fisiologiche difficoltà della fase di avvio, può contribuire a un miglioramento dei livelli di sicurezza sui luoghi di lavoro.