Dirigente del Servizio : Dott.ssa Luisa Cortesi - Viceprefetto Vicario

Referente : Rag. Valeria Pitoni - Funzionario economico finanziario

Per tutte le info : protocollo.prefri@pec.interno.it

Telefono : 0746 / 299504 - 299416

Il Fondo edifici di culto (FEC) è un ente dotato di personalità giuridica. L'origine del suo patrimonio deriva dalle leggi della seconda metà del 1800 con le quali lo Stato italiano soppresse le proprietà ecclesiastiche. E' amministrato attraverso la Direzione centrale per l'amministrazione del Fec, affiancata da un Consiglio di amministrazione. A livello provinciale è amministrato dai prefetti.

La missione affidata al Fondo è quella di assicurare la tutela, la valorizzazione, la conservazione e il restauro dei beni. Con quest’intento vengono curate annualmente pubblicazioni e mostre, dedicate alle più importanti opere architettoniche e pittoriche. Il Fec, inoltre, partecipa con il prestito d’opere d’arte di proprietà a mostre ed eventi di promozione culturale di rilievo nazionale e internazionale. La conservazione e i restauri vengono assicurati da numerosi interventi, realizzati in collaborazione con il ministero per i Beni e le attività culturali, che vengono finanziati direttamente o mediante sponsorizzazioni.

Il patrimonio è composto da oltre settecento chiese di grande interesse storico-artistico distribuite su tutto il territorio nazionale; inoltre, comprende il complesso forestale di Tarvisio (Ud) e le aree forestali di Quarto Santa Chiara (Ch) e di Monreale e Giardinello (Pa) che conserva grazie alla collaborazione con il Corpo forestale dello Stato attraverso convenzioni.

Il Fondo annovera fra i suoi beni anche un fondo librario antico, custodito nella biblioteca della Direzione centrale, con oltre quattrocento volumi editi dall'anno 1552.

Patrimonio del FEC
Edifici di Culto della Prefettura di Rieti
  • Chiesa di San Domenico - Rieti
  • Chiesa di San Francesco - Rieti
  • Monastero di Santa Chiara - Rieti
  • Abbazia di Farfa - Fara in Sabina
  • Chiesa di San Rufo - Rieti
  • Chiesa di S. Lucia - Rieti
  • Chiesa del SS Crocifisso - Amatrice
  • Chiesa S. Giuseppe - Amatrice
  • Chiesa di S. Nicola - Belmonte Sabina
  • Chiesa S. Anna di Borbona
  • Chiesa del Salvatore - Casperia
  • Chiesa della Madonna di Loreto - Leonessa
  • Chiesa S Pietro in Leonessa - Leonessa
  • Chiesa del Gesù - Magliano Sabina
  • Chiesa di S. Caterina Martire - Cittaducale
  • Chiesa dei SS. Apostoli Pietro e Paolo - Pretella Salto
  • Chiesa di S. Maria delle Grazie - Scandriglia

 

Progetto "TORNO SUBITO" - FEC
RELAZIONE PER COMUNICATO STAMPA SUI PROGETTI AVVIATI “BORGO NOSTRUM” E “LA STORIA SENZA BARRIERE”


Arch. Francesca Bozza , Arch. Francesco Spagnoli
La Prefettura di Rieti ha avviato un progetto di Tirocinio extracurricolare con gli architetti Francesca Bozza e Francesco Spagnoli vincitori del Bando della Regione Lazio “Torno Subito” edizione 2015, con due progetti riguardanti la rivitalizzazione dei centri storici e la rivalutazione del Patrimonio Storico Artistico proprio del Fec (Fondo Edifici di Culto), uno nell’ambito di una progettazione ecologicamente sostenibile, “Borgo Nostrum”, l’altro in una pianificazione socialmente accessibile, “La storia senza barriere” (“History without barriers”). L’estesa rete di edifici di grande valore architettonico culturale del FEC, all’interno del territorio provinciale, è il punto di partenza per un intervento diffuso su larga scala.
L’ iniziativa si propone una duplice finalità: quella di valorizzare il patrimonio del FEC e di dare l’avvio ad uno sviluppo progressivo in grado di coinvolgere anche gli spazi e le aree limitrofe agli edifici stessi.
I progetti si sono sviluppati su un’ampia visione, la quale racchiude non solo il restauro di singoli edifici, ma anche una pianificazione estesa fino ad un contesto sociale, nonché ambientale.
Il fine ultimo dell’intero processo è quello di rendere possibile un coinvolgimento in sinergia con gli enti locali sul recupero delle aree adiacenti ai beni stessi, sia che essi si trovino all’interno dei centri storici, sia che siano localizzati in aree più periferiche.
L’iniziativa del Bando ha previsto la suddivisione dei due progetti in due distinte fasi, una iniziale di apprendimento all’estero, la seconda conclusiva di applicazione degli strumenti acquisiti, all’interno della regione Lazio, presso la Prefettura di Rieti.
I due architetti hanno svolto la prima fase in Belgio, presso uno studio di restauro architettonico di Gent, specializzato in interventi di recupero e risanamento conservativo degli edifici storici e contemporanei, poi, successivamente, in Umbria, presso un altro studio di architettura di Terni. L’esperienza presso quest’ultimo ha supportato la fase di catalogazione dei beni nonché di scelta di strumentazioni e processi.
In ambito estero i due architetti hanno avuto modo di approfondire le metodologie e le tecniche progettuali che differiscono, in parte, dalle medesime svolte in Italia, permettendo una maggiore comprensione sui diversi metodi di approccio, volgendo particolare attenzione alle analisi iniziali, alla strategia e agli obiettivi da perseguire. Sono state studiate poi le parti della progettazione che vantano un divario maggiore dalla metodologia italiana quali le scelte di reintegrazione, le tipologie di riuso e le tecniche del restauro.
Durante tutta la fase iniziale in Belgio si è cercato di conoscere e far conoscere meglio i contenuti dell’iniziativa e l’assetto del territorio, quello della Sabina, presso il quale si svilupperà il progetto stesso. Nella fase suddetta i due architetti si sono adoperati, per promuovere attraverso studi ed analisi approfondite, contemporaneamente allo sviluppo progettuale; le potenzialità del territorio sabino, quali paesaggio, bellezze naturali e i borghi storici.

Il lavoro svolto ad oggi presso la Prefettura di Rieti comprende la catalogazione di materiale fotografico e descrizioni dello stato attuale di integrità dei Beni Architettonici; le analisi fino ad ora portate avanti si sono concentrate su tre esempi in particolare , (nelle foto) si possono ammirare la Chiesa di S.Rufo, presso la Piazza di San Rufo, (famosa per essere il centro d’Italia geografico), la Chiesa di S.Francesco e l’omonima antistante piazza e infine S.Pietro a Leonessa; da qui gli studi hanno approfondito il rapporto degli antichi edifici ed il loro contesto, e a livello urbano, il rapporto in termini di percorsi, accessibilità e le arterie di collegamento, tra punti di interesse storico artistico e punti nevralgici dal punto di vista urbano e di aggregazione. Le analisi proseguono verso uno studio extraurbano di collegamento dei poli principali della Sabina a carattere archeologico, insediativo, attrattivo per il turismo artistico culturale e religioso, nonché naturalistico.

Il territorio, caratterizzato dal rapporto con il contesto locale ed il turismo green, sono alcuni degli aspetti principali su cui è incentrato il progetto “Borgo Nostrum” il quale mira a promuovere l’ideazione, nonché lo sviluppo, di nuovi poli sociali attrattivi integrati al recupero del patrimonio edilizio esistente. La base del progetto in questione è il recupero del patrimonio edilizio, il che significa intervenire anche sul tessuto urbano circostante rivalutandolo. In Sabina, e anche più in generale all’interno della regione Lazio, esistono realtà locali in cui luoghi come piazze e strade risultano aver perso la leadership di elementi aggregativi; ciò che gli competeva nel passato. L’idea di recuperare gli spazi della memoria storica secondo principi di innovatività, nasce anche dalla necessità di dare loro una seconda possibilità e/o di utilizzarli per ospitare eventi o expo anche temporanei, che siano in grado di rievocare l’importanza che tali aree avevano nel passato, quali centri della vita culturale e sociale delle città stesse. La sfida progettuale coinvolge l’integrazione di impianti sostenibili all’interno di contesti storici complessi e stratificati, argomento di grande discussione attuale. L’iniziativa “Borgo Nostrum” vorrebbe dotare di uno strumento in grado di integrare e ricucire l’area Sabina, quale scenario principe per lo sviluppo del progetto il quale vorrebbe fondere nuove tecnologie con la testimonianza del passato data dalle antiche costruzioni.

Nell’ambito del recupero dei centri storici e degli edifici di culto dal grande interesse architettonico, si pone particolare attenzione sull’accessibilità nel progetto “La storia senza barriere” dove insieme al restauro consapevole del patrimonio del FEC , affianca proposte progettuali di nuova accessibilità ai monumenti, nonché alla aree limitrofe: spazi pubblici, accessi, pavimentazioni, percorsi, segnaletica, arredo urbano, verde. I progetti dei centri storici in Provincia di Rieti, accomunati da un humus storico/sociale affine, hanno l’obiettivo di descrivere nel dettaglio un disegno più grande che abbracci le diverse realtà secondo un modello accessibile a tutti gli utenti, che possa supportare e coadiuvare la pianificazione consueta. La rivitalizzazione del tessuto storico dovrà avvenire secondo modelli socialmente sostenibili, sia per il coinvolgimento di tutte le utenze, che per la creazione di nuovi spazi a carattere sociale quali punti di incontro. La resa delle aree “accessibili” contempla una fruibilità a tutto tondo, che preveda percorsi multisensoriali per utenti non vedenti, con difficoltà uditive o cognitive, ipovedenti, anziani, bambini, diffondendo il concetto di accessibilità del patrimonio storico culturale con percorsi progettati secondo concetti di multisensorialità, informazione ampliata ad un larga gamma di utenza, sfruttando i linguaggi Braille, WLS e per problemi cognitivi, il PCS, applicati a tutti i siti di interesse. Il progetto desidera contribuire a dare una nuova crescita del turismo convenzionale, ma anche rispondere da un fabbisogno sempre più crescente dettato dal cosiddetto “turismo accessibile”, attualmente molto richiesto.

 


 

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Ultimo aggiornamento
Giovedì 22 Febbraio 2024, ore 12:51