Dopo tre anni durante i quali ho avuto l’onore di rivestire l’incarico di Prefetto della Provincia di Rovigo, lo scorso 17 settembre il Consiglio dei Ministri ha deliberato la mia nomina a Prefetto della Provincia di Arezzo.
Si è trattato di anni intensi, impegnativi e alle volte entusiasmanti, durante i quali ho imparato a conoscere ed apprezzare un territorio – il Polesine – al quale mi trovo adesso indissolubilmente connesso, e il cui ricordo serberò con sentimenti di nostalgia e di riconoscenza per quanto ha saputo arricchirmi sotto il profilo umano e professionale.
Nello svolgimento del mio incarico ho ritenuto sin dal principio di dover improntare l’attività della Prefettura all’insegna dell’ascolto attento e costante delle esigenze del territorio, con riferimento particolare a quelle provenienti dai suoi attori qualificati, in primis i Sindaci dei Comuni, così come le Forze di Polizia, la Magistratura, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, i rappresentanti degli Enti di governo del territorio e dell’amministrazione periferica dello Stato, dei lavoratori, delle categorie produttive e professionali, dell’associazionismo e del volontariato.
Nel fare ciò ho ritenuto che fosse mio compito precipuo e parte qualificante del mio mandato istituzionale, oltre che perseguire le più specifiche competenze dell’istituto prefettizio, mettere a disposizione la Prefettura quale “casa” all’interno della quale “ritrovarsi”, per cercare di addivenire a soluzioni condivise e ipotesi di mediazione che consentissero di soddisfare al meglio le esigenze dei mondi del lavoro, della produzione, dell’assistenza alle fasce più deboli della popolazione, nonché per sostenere le nostre amministrazioni comunali e per facilitare relazioni improntate ad efficienza, trasparenza e rispetto tra gli attori istituzionali del territorio, al fine di migliorare, in definitiva, l’offerta di servizi alla cittadinanza.
Ed è proprio in quest’ottica, che mette al centro il cittadino-utente, che ho ritenuto tuttavia di non limitare l’accesso alla Prefettura ai soli esponenti dei “corpi intermedi”, ma di dover altresì tenere conto di quelle istanze che provenissero direttamente e senza filtri dalla cittadinanza, per accorciare quella distanza che a volte sembra frapporre la pubblica amministrazione e far sentire forte e chiara la vicinanza delle Istituzioni.
Confidando di aver svolto un proficuo lavoro al servizio della collettività, porgo il mio più cordiale e riconoscente saluto alla Cittadinanza, agli Onorevoli Parlamentari, al Presidente della Regione, alla Giunta e al Consiglio Regionale, al Presidente della Provincia, ai Sindaci, alla Magistratura, alle Autorità civili, militari e religiose, alle Forze di Polizia, al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, alle Polizie Locali, al mondo dell’Arte e della Cultura, ai rappresentanti della scuola, della sanità, dello sport, delle categorie produttive e dei lavoratori, agli ordini professionali, alle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, agli esponenti del volontariato e degli organi di informazione.
Clemente Di Nuzzo