Presieduta dal Prefetto di Venezia, si è svolta questa mattina, presso il Palazzo della Prefettura, la Conferenza regionale delle Autorità di Pubblica Sicurezza.
Alla riunione hanno preso parte, oltre al Procuratore generale della Repubblica di Venezia, al Procuratore della Repubblica di Venezia, al Presidente della Corte d’Appello di Venezia e all’Avvocato generale presso la Corte d’Appello di Venezia, i Prefetti, i Questori, i Comandanti provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza di tutte le province del Veneto e il Capo del Centro operativo della DIA di Padova.
L’incontro ha rappresentato un momento di confronto e condivisione dei dati relativi ai delitti commessi sul territorio regionale nel corso dell’anno e alla loro tipologia, nonché alle attività e agli strumenti di prevenzione e contrasto, nell’ottica di una sempre più efficace azione di tutela della collettività.
L’analisi ha consentito di delineare un quadro generale della realtà regionale, da cui si sono rilevate alcune variazioni rispetto all’anno precedente, con particolare riguardo alla tipologia di reati, quali, ad esempio, le truffe ai danni di anziani, i reati informatici, i reati predatori, lo spaccio di sostanze stupefacenti e i maltrattamenti o violenze in ambito familiare.
Analizzati altresì i dati relativi al fenomeno migratorio e quelli relativi al cosiddetto caporalato.
Attenzione, nel corso della riunione, anche sugli aspetti legati alle infiltrazioni della criminalità organizzata sul territorio. Sul punto, la Conferenza ha riaffermato la costante collaborazione, nell’ambito dei profili di competenza di ciascun attore impegnato nelle azioni di contrasto.
Fondamentale l’azione di raccordo tra le Prefetture, nonché tra le Forze di polizia del territorio regionale, per lo sviluppo di strategie d’intervento mirate, anche in considerazione dell’attuale congiuntura internazionale, che impone misure straordinarie in termini di sicurezza con la protezione di siti maggiormente a rischio.
La Conferenza ha condiviso, infine, l’importanza di favorire un costante dialogo con il territorio, con l’obiettivo di ridurre sempre più la forbice tra la percezione di sicurezza della collettività e la situazione di sicurezza reale.