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Ultimo aggiornamento
Venerdì 20 Settembre 2024, ore 11:55
Il Prefetto Salvatore Angieri: “ancora una volta la nostra provincia si dimostra baluardo a favore dell’integrazione e dell’inclusione”.

Partirà nei primi giorni di settembre la seconda parte del corso di formazione edile, previsto tra le attività del progetto "C.A.S.L.I.S. - Contrasto Allo Sfruttamento Lavorativo in Sardegna" finanziato dal Ministero del Lavoro e destinato a 15 ospiti del centro migranti di Cabras. Scopo del progetto, che vede come soggetto responsabile l’Assessorato al Lavoro della Regione Sardegna, è fornire interventi di supporto all'integrazione sociale, sanitaria, abitativa e lavorativa in favore della popolazione migrante, attraverso il contrasto di ogni forma di lavoro irregolare e l’eliminazione delle condizioni di illegalità nel territorio regionale.  A tale scopo sono state pensate molteplici attività che vanno da azioni di sensibilizzazione e controllo del territorio, ad azioni di supporto a coloro che si trovano in una situazione di sfruttamento lavorativo, senza tralasciare percorsi di integrazione socio-economica volti a consentire una partecipazione attiva nella comunità anche a quanti ne sono ai margini. Tra i beneficiari di questo progetto rientrano anche i giovani migranti, del Centro di Accoglienza Straordinaria (CAS) Igea di Cabras, già profilati da parte della Congregazione Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli, partner anche nel progetto FAMI, che avrà avvio questo mese di settembre al fine di fornire supporto al personale della Prefettura nella gestione del servizio di accoglienza migranti. Per gli ospiti, di varia nazionalità, del Cas provinciale è stato pensato un corso di formazione sulla sicurezza nei posti di lavoro per "addetti al montaggio/smontaggio ponteggi", strutturato in due moduli, uno teorico, che si è tenuto lo scorso luglio e uno pratico, programmato per la prima metà di settembre.  “Sono molto orgoglioso – dichiara il Prefetto – di questo ennesimo esempio di inclusione e integrazione nel territorio della Provincia. Spero che sempre più progetti come questo possano attecchire, non solo a Oristano, ma in tutto il territorio nazionale. Come Istituzioni abbiamo il dovere di offrire alla popolazione migrante, che ne faccia richiesta, la più ampia gamma di percorsi diretti alla loro completa integrazione nel tessuto sociale locale.”

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